Bologna è medaglia d’oro della Resistenza. Alla fine della seconda guerra mondiale, la Repubblica decide di assegnare le sue medaglie d’oro anche alle città, alle regioni, alle province che si sono distinte nella guerra di liberazione. Qualche giorno fa molte di queste città hanno rinnovato il proprio consiglio comunale e, pochi giorni dopo il ballottaggio, hanno ricevuto un bel regalo. Simbolico, oltre che reale. Un parlamentare del PDL, Gregorio Fontana, ha presentato una proposta di legge che di fatto consente alle associazioni di ex combattenti della repubblica sociale di ottenere i finanziamenti statali, come quelle dei partigiani. L’iniziativa è solo l’ultima con cui si tenta di modellare la storia lontana e recente. Il sottosegretario Giovanardi, per esempio, minaccia querele a chi afferma che il DC9 di Ustica è stato abbattuto da un missile. Al di là dell’opportunità, dopo i risultati elettorali, di uscirsene con un’idea del genere, la vicenda non è nuova e scatena le stesse domande di sempre. È possibile che partigiani e repubblichini abbiano lo stesso riconoscimento da parte dello Stato? Può la Repubblica legittimare e finanziare chi ha combattuto per la dittatura? Questioni retoriche, ma in un Paese che sulla conservazione di memoria e verità sfiora il bananeto, è molto difficile dare per scontata anche la realtà, quella evidente sotto gli occhi di tutti.