Se qualcuno avesse chiesto a uno scrittore di mettere giù la storia di questa finale, chiunque avrebbe scelto una rimonta da due set a zero del giovane predestinato contro il maestro stratega.
Beh, a volte succede davvero.
Jannik Sinner vince Australian Open e se togliamo l’inizio di questa finale, domina il primo Slam dell’anno. Arriva in semifinale senza perdere un set, sfonda Djokovic in quattro (ma con un matchball nel terzo) e cambia per sempre la storia del nostro tennis con l’unica vera vicenda sofferta del suo viaggio australe.

È il primo italiano a vincere gli Australian Open. Il primo a vincere uno Slam su una superficie che non sia la terra. Il più giovane a farlo. Il primo dopo 47 anni a portare in Italia una delle quattro coppe che contano. Da Wimbledon 2023 ha perso una sola partita con i primi dieci, la finale di Torino. Ha battuto Medvedev quattro volte di fila e Nole due delle ultime tre.
Non ha il bagaglio tecnico di Alcaraz, ma una capacità di migliorare, adattarsi, resistere, ragionare e logorare l’avversario che allo spagnolo manca quasi del tutto e che la finale di oggi dimostra una volta di più.

Pronti, via e si mette molto male.
Danil Medvedev ha la capacità di auto apprendimento che servirebbe a ogni intelligenza artificiale, è alla sua quinta finale Slam, ha la freddezza di uno che due anni fa ha spazzato in tre set il sogno Slam di Nole. La finale sembra la copia di quella partita del 2021. Il russo – ci sarà un motivo se a scacchi sono dei fenomeni – fa gioco anziché subirlo, spinge invece di tenere, aggredisce invece di contrattaccare. Il risultato è una discesa a rotta di collo, un abisso spalancato e ripido come un quinto grado.
La partita cambia sul 63 51.
Sinner comincia a rispondere, riesce a strappargli il servizio, fa partita pari per tre giochi e, forse, si convince che si può giocare. Così allunga i colpi, diluisce gli errori, aumenta le prime di servizio, costringe Medvedev di nuovo lontano dalla riga di fondo, un posto in cui si trova molto a suo agio, ma in cui diventa molto complicato portare a casa un punto contro la grandinata che gli piove addosso.
Sinner vince il terzo set, domina il quarto, vinto 64 e che poteva agevolmente finire 61 e arriva senza tremare più del lecito, sulle spoglie stremate del suo avversario.

La carriera Slam di un fenomeno comincia lontanissimo da casa. Ma ci converrà trovare potenti cardiotonici.
Il meglio deve ancora venire.
Ora, senza nessun dubbio, Jannik Sinner è il predatore più feroce in circolazione.
Uno a cui non puoi dare le spalle, che hai sconfitto solo quando lo vedi miscelare l’acqua della doccia.
E, accidenti, è italiano.