Altan - Tassa di successioneSpericolato e davvero poco onesto il gioco che si è messo in scena ieri sull’IMU.
E, va detto, gli aggettivi valgono per tutte e due le parti in gioco, Destra e Sinistra.
Il PDL può dare ragione al suo illustre economista Brunetta e vantare la realizzazione della promessa elettorale di Berlusconi, via l’IMU per tutti e a tutti i costi. I costi non sono proprio un dettaglio, visto che le coperture della seconda rata sono a dir poco vaghe. Il recupero dell’IVA sui pagamenti della pubblica amministrazione, per esempio, dà per scontato che chi ha ricevuto quei pagamenti paghi l’IVA che deve, una delle tasse più evase d’Italia.
Comunque sia Viva Berlusconi e Abbasso l’IMU e Forza Italia che siamo tantissimi.
Però c’è un però di una certa dimensione.
La service tax a venire avrà, per i proprietari di case, una componente immobiliare. E, di fatto, finirà per sostituire l’IMU di oggi.
L’unica differenza, con un giochino di perfetta marca tremontiana – vero caposcuola di accrocchi simili –, è che lo Stato toglie la tassa e obbliga i comuni a metterla.
Probabilmente sarà un’IMU modulata, ossia l’IMU che avrebbe dovuto uscire dal Consiglio dei Ministri di ieri e che non è potuta uscire perché se no cadeva il governo.
Quindi il PDL non ha tolto l’IMU, ma proprio per niente. Al massimo ha concesso una tregua per il 2013.
L’annuncio di Letta, però, è stato preciso, l’IMU è cancellata. Una smentita plateale di tutte le dichiarazioni degli esponenti del PD, da Epifani a Delrio passando per Fassina. Addirittura una smentita di Letta stesso, che in Parlamento aveva parlato di superamento, non di cancellazione.
Mediaticamente – l’unica cosa che l’italiano medio assorbe nei 10 secondi di soglia di attenzione che riesce a concedersi – Berlusconi ha vinto.
E Il PD?
Il PD ha fatto quello che aveva dichiarato, superare l’IMU con la Service Tax, sempre ammesso che la Service Tax comprenda anche l’IMU rimodulata.
Lo ha fatto, però, a prezzo di calare i fondi per la Cassa integrazione e il numero di esodati tutelabili.
Ed è difficile dire che quelli sono i risultati che ha ottenuto ieri, parlare di compromesso significa dire che si poteva non rifinanziare la Cassa Integrazione o fregarsene montianamente degli esodati.
Non serve far passare per cose di sinistra quello che non si poteva non fare.
Così come non serve essere il primo azionista del governo se si deve fare la politica economica del tuo avversario.
Destra e Sinistra non sono uguali, non sono categorie del passato e nemmeno dello spirito, quello che è successo ieri e che continua a succedere è la dimostrazione che chiara che la distinzione esiste, malgrado quello che dicono in tanti, da Grillo a Renzi.
La politica economica ha un colore politico, ideologico addirittura, rappresenta una visione della società, l’altezza e l’angolazione da cui si guarda il mondo.
Mesi fa, da Gad Lerner, Salvatore Settis ha detto: “O la sinistra fa la sinistra o non ha motivo di esistere”.
Ieri, per la millesima volta, mi sono ritrovato d’accordo.