Cinquanta milioni. Era stato più o meno questo il taglio che il commissario Cancellieri aveva applicato al bilancio del comune, in seguito alla manovra del governo. Sono passati circa sei mesi e arriva un’altra legnata. Nel frattempo siamo stati vicini alla Grecia, dentro la crisi, fuori dalla crisi, meno toccati o non toccati dalla crisi, in crisi profonda, moribondi e convalescenti. Oggi si scopre che i canditi sono finiti o lo saranno fra un paio d’anni e per resistere fino ad allora si aggiungono altri tagli ai comuni, si bloccano (ancora) gli stipendi del pubblico e si ragiona di ridurre drasticamente l’adeguamento delle pensioni, a partire da 1400 euro lordi. Forse sarò demagogico o ingenuo, ma ho sempre pensato che la politica abbia anche un ruolo sociale, addirittura di esempio. Se i canditi sono finiti, lo sono per tutti. Per chi non vedrà crescere nemmeno di uno zero virgola i suoi1100 euro circa (i famosi 1400 lordi), per i dipendenti pubblici che guadagnano più o meno la stessa cifra e che per tre anni dovranno cercarsi un posto dove fare la spesa ai costi di oggi e per ognuno di quelli che siedono fra gli scranni della democrazia parlamentare. Tagliare i costi della politica sarebbe stato il gesto migliore per contribuire al sacrificio generale reiterato che si chiede a tutti, dall’ente locale a scendere. Pretendere di fare le regole senza partecipare mai al gioco è irritante. Imporre sacrifici difendendo vitalizi, è molto più che  offensivo.
Corriere della Sera di Bologna, 5 luglio 2011