Dice Roberta Lombardi, portavoce alla Camera del M5S, nella sua conferenza stampa (ma a che pro convocare i giornalisti se poi non si accettano domande?) (video): la politica teme di dare ai grillini il ruolo di questori di Camera e Senato.
Cita Repubblica (un giornale, mirabile dictu) e una conversazione rubata fra Dini e Pisanu, “se i grillini arrivano in commissioni delicate come antimafia e copasir è un problema, se avranno questori renderanno pubblici anche i costi delle caramelle” e chiude dicendo che non esiste garanzia che, malgrado loro siano la prima forza alla Camera, possano avere eletto uno dei loro candidati questori.
Per farlo, dice, bisognerebbe fare accordi con i partiti e noi non ne faremo, saranno i partiti, nel caso in cui non votino i nostri candidati, a prendersi la responsabilità di lasciare fuori i portavoce di quel 25% di cittadini che ci ha messo qui dentro, soprattutto come loro controllori.
Ogni volta che sento ragionare la Lombardi, molto più che Crimi, fatico a collegarla con il termine cittadino, mi viene più spesso alla mente la cordiale capacità di dialogo di una Renata Polverini, di Massimo D’Alema o il Belli del “io sono io e voi non siete un cazzo”, quasi lo stesso atteggiamento che abbiamo tutti condannato in larga parte della vecchia classe politica.
Capisco le strategie di comunicazione, capisco anche che la sindrome del fortino produca risultato nel gruppo, da Spagna ’82, fino al mondiale tedesco, ma non puoi essere contemporaneamente assediato e assediante, le commedie hanno ruoli distinti.
1. I questori di Camera e Senato sono sei (tre e tre) e Bersani su Repubblica di oggi dice che l’idea è di darne due ai grillini, immagino uno per ramo del Parlamento, come è normale visto il risultato elettorale. Nella scorsa legislatura, per esempio, alla Camera e al Senato c’erano due questori del centrodestra e uno del centrosinistra.
Aggiungo, però: chi vi ha votato, non credo che lo abbia fatto (solo) per controllare i costi del Parlamento. La politica è una cosa più ampia che tagliare i costi di funzionamento di Camera e Senato, una finanziaria, per dire, muove una somma dieci volte superiore e incide molto di più sulla pelle della gente. E a proposito di gente, bisognerebbe tenere presente non solo in quanti ti hanno votato, ma in quanti non lo hanno fatto. La distanza dei cittadini con la politica nasce anche dal disprezzo per gli elettorati degli altri.
2. A proposito, questa storia dei voti degli altri comincia a diventare fastidiosa. Lo ha scritto anche Scanzi, per dire uno di certo non contrario al M5S, quando sei lì le mani te le devi sporcare. E’ difficile chiedere sostegno agli altri quando tieni le orecchie tappate, così come è molto comodo dire ai partiti votate i nostri candidati, ma non voteremo mai i vostri. Assomiglia all’atteggiamento della bella fanciulla che si lamenta della solitudine e non accetta mai un invito o non prova a farne in prima persona, un comportamento in linea con la deputata che si rifiuta di salutare la Bindi o l’altra che è dubbiosa del curriculum della Boldrini e insinua aiuti famigliari. Se vi fa schifo la politica, la politica è quella che vi tocca, anche i medici, per curare le malattie hanno a che fare gli ammalati, dal raffreddore alla lebbra passando per tumori e pustole infette. La chirurgia è più ostica di Grey’s Anatomy e la politica di un’assemblea di condominio.
3. Per lavoro mi sono occupato spesso dei segreti d’Italia (questo Paese non ha misteri, soltanto segreti) e i lavori delle Commissioni parlamentari sono un archivio interessante da sfogliare, spesso di più degli atti giudiziari. Ora, nella sindrome dell’apriscatole e del tonno, bisogna anche ricordare che il segreto non è per forza un bubbone appestato che si deve incidere. C’è gente, per dire, che col segreto riesce a non farsi ammazzare, per lo stesso motivo per cui gli interrogatori di imputati o testimoni non sono per forza di cose atti pubblici. La commissione antimafia, per dire, ha atti secretati. Li aveva la vecchia commissione stragi e immagino li avrà la nuova commissione proposta da Grasso. Tenere informazioni segrete e nascondere la verità sono cose molto diverse. E so per esperienza che questo Paese non conosce quasi nulla neppure di informazioni pubbliche. Divulgare quelle, per esempio, farle diventare coscienza comune, sarebbe già un ottimo inizio. Certo, a patto di conoscerle.
4. Sempre sulle Commissioni, è prassi che quelle di controllo finiscano all’opposizione. Premettendo che non ho nessuna simpatia per SilvioB e che l’idea di Cicchitto al Copasir mi procura una recrudescenza esantematica, bisogna però ricordarsi che questo Parlamento di opposizioni ne ha due e che quella numericamente più forte è il PDL, non il moVimento. E’ dura da accettare anche per me, ma quando si deciderà il da farsi bisognerà tenerne conto. Magari non con Cicchitto.
5. Capisco che sia una pignoleria, ma Roberta Lombardi continua a dire che il M5S è la prima forza politica alla Camera.
Conviene ricordarle che i risultati elettorali sono ufficiali da un po’ e che, senza sminuire quanto è accaduto, il M5S è la seconda forza della Camera e la terza coalizione.
Il fotofinish esiste, ma chi arriva dietro, seppure di poco, arriva comunque dietro.
E la matematica non è un complotto.