Da un anno tengo una rubrica (quasi) settimanale sul Corriere della Sera di Bologna.
Scrivo di cinema o uso il cinema per scrivere quello che ho voglia di scrivere.
Se avete voglia di seguirla, esce la domenica. Intanto posto le prime due.

Alice è una bambina silenziosa, un’adolescente filiforme e distante, una ragazza timida, magra e triste. Alice ha un segreto, nascosto nel passato e in una gamba che non ne vuol sapere di piegarsi. Mattia è un bambino responsabile, un adolescente silenzioso e secchione, un ragazzo distante e freddo.
Mattia ha un segreto, nascosto nel passato, che ha cancellato il suo sorriso e lo ha isolato dal mondo.
Alice e Mattia non sanno vivere uno senza l’altro. Alice e Mattia si amano. Lo sanno, lo capiscono, non lo rivelano, non lo mettono in pratica. Mai.
Si conoscono adolescenti, si frequentano da ragazzi, si ritrovano adulti. Un matrimonio alle spalle lei, una vita lontana dall’Italia lui. Soli, come sono sempre stati.
I numeri primi sono divisibili solo per l’unità e per se stessi. Un mondo a parte, nella matematica, isolati dagli altri, con cui non hanno nulla in comune. Come l’undici e il tredici, Alice e Mattia sono divisi da un muro sottile. Basterebbe un gesto, una mano, una casualità, per spezzarlo. Ma non accade.
Saverio Costanzo smonta il romanzo di Giordano.
Lo fa sul piano temporale, mescolando il tempo e lo spazio e sul piano narrativo, trasformando la causa scatenante del libro – i due traumi subiti nell’infanzia – nella risposta alla domanda inevitabile su cosa sia successo ai due protagonisti per renderli così. Lo fa virando all’horror nella musica, nel taglio delle inquadrature, nel modo ossessivo e ripetuto di girare la sua storia. Lo fa trasformando il mondo in un posto confuso, distante, silenzioso e terribile e i due protagonisti in una strana specie ci maschera del disagio, anche fisico, che finisce per renderle il tutto grottesco, più che malinconico. È difficile trasformare la parola in immagine. Spesso impossibile.
dal Corriere della Sera, edizione di Bologna, domenica 26 settembre 2010