Sono un uomo di sinistra.
Per tradizione famigliare, visione del mondo, valori.
Chi mi legge o mi ha ascoltato sa che sono uno di quegli elettori privi di casa che si guardano intorno e non riconoscono più il lato del mondo in cui hanno sempre vissuto.
Eppure non smettono di essere quello che sono.
Di guardare la realtà dal basso, per esempio. Di considerare che i confini sono più convenzioni che barriere. Di guardare l’altro e vedere un essere umano. Di non arrendersi a un’ingiustizia. Di pensare che il lavoro non è sfruttamento e non si muore per svolgerlo. Di essere certi che la politica non è marketing e le idee non sono una merendina.
Destra e sinistra esistono, malgrado la fesseria che si sente spesso dire.
Condivido pochissimo di quello che è stato fatto in questi anni, anni di mancanza di coraggio, anni in cui la ricerca dei voti di destra (che non accenna a fermarsi con un eccesso di orgoglio e alcuni candidati al limite della decenza) è stata così smaccata da dimenticare che si stava lasciando indietro il popolo che ti ha sostenuto e a cui ti sei aggrappato con le unghie nei fantasmagorici anni di B., un popolo ignorato al limite del dileggio.
Anni che, in larga parte, hanno portato alla situazione al confine della distopia che viviamo oggi, in cui l’Emilia Romagna è contendibile.
Il giorno dopo il voto bisognerà, comunque vada, farsi molte domande e trovare risposte sincere, adeguate, spietate.
Mancano da troppi anni e gli struzzi non sono immuni dalle tragedie, si limitano a non volerle vedere.
Eppure, con tutte le riserve su quello che accade nella mia parte politica, non posso votare per un sistema di valori che ha denigrato per anni ogni forma di cultura, che considera ogni diverso un nemico, che divide il mondo in tifoserie, che vorrebbe arroccarsi e non guardarsi intorno, che occhieggia con spregiudicatezza a motti e atteggiamenti fascisti, che tratta la religione come una clava. E, allo stesso tempo, credo che il lato progressista del mondo, quello di cui faccio parte con convinzione, abbia bisogno di cambiare e che adeguare le risposte ai tempi non significa rinnegare quello che sei, ma continuare le battaglie di sempre con i mezzi di oggi. Lavoro, diritti, ambiente, uguaglianza, cultura, universalità dei servizi.
Voterò per Coraggiosa e per Elly Schlein.
Lo dico senza nascondermi. Credo che lo imponga il ruolo politico che ricopro nella comunità in cui vivo, il mio modo di intendere il mestiere di scrittore, la spinta all’impegno civico che mi ha sempre portato a mettere la faccia per accompagnare le mie idee.
Ringrazio Coraggiosa e Elly per avermi dato la possibilità, non scontata in questi anni, di dare un voto per e non un voto contro, ricordandomi che la politica non è impedire che l’altro ti batta, ma cercare di far in modo che siano le tue idee a vincere.
In queste ultime due settimane mi vedrete in giro, a partecipare a iniziative di sostegno a candidati di Coraggiosa e di altre liste di centrosinistra. Lo farò per i temi che verranno affrontati negli incontri e perché credo nelle persone e nel lavoro che hanno fatto e fanno, indipendentemente dalla lista di coalizione di cui fanno parte.
In bocca al lupo a tutti noi.