Ho conosciuto Alan Turing nella seconda metà degli anni Ottanta.
Benedict Cumberbatch era poco più che un infante e gran parte della storia che poi è finita in The Imitation Game non era neppure nota.
Ero uno studente di un liceo scientifico sperimentale in informatica e in mezzo al Pascal e ai primi rudimenti di programmazione strutturata, saltò fuori il lavoro di mister Turing.
La macchina, certo, ma quello che mi affascinava – da fanatico di computer, di storie e di enigmistica – era il test di Turing.
Immaginate di essere in una stanza e di fare un gioco.
Insieme a voi partecipano altri due giocatori, li chiamiamo B e C.
Voi, però, non li vedete e non li sentite nemmeno. Si trovano in un’atra stanza e comunicano con voi solo attraverso bigliettini stampati.
Tutto quello che sapete e che sono un uomo e una donna e voi dovete indovinare chi è l’uomo e chi la donna, facendo delle semplici domande.
Banale? No, perché c’è un’altra regola, la più subdola.
Uno dei due giocatori deve dire sempre la verità, l’altro deve mentire.
Ora proviamo a cambiare gioco.
B e C non sono più un uomo e una donna, ma un essere umano e una macchina.
Può una macchina superare il test di Turing? Simulare così bene il comportamento umano da non far sentire, al primo giocatore, quello solo in una stanza, voi, me, la differenza con il giocatore umano?
Non è mai accaduto, ma se accadesse, non si potrebbe dire che la macchina è intelligente, che pensa?
Il test di Turing c’entra più di qualcosa con Io sono Alfa.
Eppure nel romanzo non ci sono macchine intelligenti, non ci sono test da superare, è solo necessario il tentativo estremo, obbligato, perverso, di pensare come un altro.
Non mettersi nei panni di, è troppo poco. Essere, non sembrare. Superare un test di Turing modificato, anziché una macchina che simula un essere umano, un essere umano che capisce così bene quello che accade, da poterlo comprendere, fare proprio, vivere. E quindi raccontare o sconfiggere.
«Alfa è la macchina.»
«No, se vuoi trovare Alfa, devi fingere di essere Alfa.»
Tocca a Paolo, quel gioco da cui siamo partiti.
E di Paolo parleremo presto.
Qui le altre puntate del piccolo viaggio dentro Io sono Alfa.
1. La copertina
2. Il significato delle parole
4. Someone saved my life tonight
5. Gualtiero
6. Francesca
