Siamo tutti usciti di testa, ultimamente.
C’è musica dentro Io sono Alfa.
Di solito sono le canzoni che sto ascoltando mentre scrivo, versi che mi colpiscono e che, per molti motivi, finiscono incollati a un personaggio, dentro la sua vita, a rappresentare un momento, un dettaglio o tutta la sua vita.
Paolo ascolta un amico, il racconto è preciso, sposta l’orizzonte degli eventi del frammento che basta per vedere qualcosa, intuire, forse capire.
Oppure guida verso un posto lontano, fra le montagne e gli alberi, una ragazza addormentata a fianco e in mente un’altra strada e troppe domande con una risposta possibile, ma spaventosa.
Francesca è in piedi, per strada, l’auto aperta alle sue spalle, gli occhi incollati a qualcosa che sta accadendo e che è troppo assurdo per accadere davvero.
Oppure abbraccia sua figlia, canta una canzone malinconica che viene da un film e parla di angeli, come una ninna nanna. E si addormentano insieme.
Dettagli, tasselli.
Io sono Alfa è la storia di Paolo, Gualtiero, Francesca.
Di quello che accade alle loro vite mentre il mondo che li circonda – il nostro – muta, si scheggia, precipita.
La storia corale di tre pezzi di realtà che si riuniscono grazie a una canzone, quella del titolo, risentita per caso, guidando in una notte di pioggia e perfetta per un’altra notte di pioggia, sulle pagine del romanzo.
La canzone perfetta per tutti e tre e per i personaggi che incontrano e per il mondo in cui vivono a quel punto della storia e per ogni cosa che accadrà da lì in avanti o non accadrà.
Una canzone in cui tutto può avere molti significati e il titolo stesso, forse, non dice con esattezza quello che sembra.
Qualcuno mi ha salvato la vita stanotte, dice la canzone.
Sei una farfalla, sei libera di volare.
Vola via, addio.
Qui le altre puntate del piccolo viaggio dentro Io sono Alfa.
1. La copertina
2. Il significato delle parole
3. Turing, verità, inganno
5. Gualtiero
6. Francesca