Se potessi viaggiare nel tempo cosa faresti?
Dal Bene discende per forza un Bene più grande?
Il futuro è logico?
Uccidere Hitler, avrebbe salvato sei milioni di ebrei? La resa del Giappone avrebbe evitato le bombe atomiche?
Dimenticate Kennedy e ricordate Kennedy.
Non è importante, nella storia e allo stesso tempo è fondamentale.
Se siete in grado (confesso che ho fatto fatica) di superare le fesserie con cui tenta di spiegarvi che Oswald è l’unico assassino di JFK, allora capirete che quella storia, Dallas, il deposito dei libri, il fucile, sono una scusa per raccontare qualcos’altro.
Se potessi combattere contro il passato, servirebbe a qualcosa?
Se fossi in grado di cambiare gli errori, non solo i tuoi, anche quelli degli altri, gli errori del mondo, lo faresti?
Lo faresti anche a costo della tua vita? Di sacrificare tutta la tua vita?
Il tempo può essere cambiato?
Mi sono innamorato della lettura con le storie di King. Innamorato della sua capacità di togliere il velo sul terrore quotidiano, di mostrare i vermi sotto la superficie cristallina del reale.
L’ho abbandonato molti anni fa e non so con precisione perché. Forse era la sensazione che all’interno delle sue storie la magia se ne fosse andata. Ogni tanto, però, come un posto in cui sei cresciuto e che non sai abbandonare, ritorno a cercare un po’ di quella strana magia. E per le cose che scrivo e per la persona che sono diventato negli anni, 22/11/63 era una lettura obbligata.
Così come era quasi scontato restare un po’ deluso.
La vecchia magia non torna, lo so. Non torna nemmeno se ritorni a Derry a spiare Bev e Richie. Non torna neppure se pensi a Pennywise e ai biscottini delle fortuna.
E non torna per lo stesso motivo raccontato nel romanzo.
Il tempo passa, non resta mai fermo e cambia in modo sempre diverso, malgrado le intenzioni, malgrado la bontà di quello che fai, malgrado sia altruista, nobile e non malvagio.
Il tempo passa e spesso assomiglia a sé stesso e si ripete, ma anche quando lo fa non lo puoi riconoscere se non dopo, quando è già successo e te lo ritrovi davanti.
E, nel frattempo, anche tu sei cambiato con lui.
Non saprò mai se King ha perso la magia o sono diventato insensibile ai vecchi trucchi.
Posso pensare che siano tutte e due le cose messe insieme e che siano proprio questi i motivi che mi hanno fatto arrivare in fondo al suo romanzo, divertito ma quasi mai emozionato.
Il gioco non funziona più come prima, ma è bello fare una verifica, ogni tanto.
Anche agli amici migliori, presto o tardi, vengono i capelli bianchi.