E’ di questi giorni, l’assurda polemica fra Vasco Rossi e Nonciclopedia.
La penso come Giovanna Cosenza, mi chiedo se il sito che si oscura part-time faccia satira o qualcos’altro e credo che varrebbe la pena fare un ragionamento su una questione che per semplicità potremmo chiamare educazione in Rete.
Il limite fra commento, recensione, opinione e insulto. La differenza, troppo spesso sottile, fra critica e sfogatoio.
Ci ha provato anche Loredana Lipperini, qualche giorno fa, parlando di  Lettori, critici, editori.
Il consiglio è di leggere il pezzo e anche i commenti, perché il discorso mi sembra ampio e non di poco conto.
Dico solo una cosa, breve.
Lo scrittore racconta una storia, quella in cui crede, quella che gli sembra giusta. La racconta come gli è venuta e, se ne ha voglia, attraverso quel racconto tenta di dirti anche altre cose.
E’ un suo diritto. Di più, è il suo lavoro (scrivere è un lavoro, porta via tempo ed è faticoso).
E’ diritto del lettore non interessarsi alla storia, decidere di non ascoltarla, decidere che non gli piace o che non gli piace il modo in cui è scritta. Argomentare, se è possibile conoscendo gli argomenti che si usano. “Io l’avrei scritta in un altro modo”, però, non ha anche fare con il diritto di critica e nemmeno con le argomentazioni, è una questione diversa.
Mi piacerebbe tornarci sopra.
Se avete commenti, idee, qualcosa da dire, parliamone.