Vanno di moda le clausole di salvaguardia.
Con l’efficienza della politica, la politica stessa si cautela. Vorremmo costruire una casa, dicono, ma potremmo non essere capaci. Intanto compriamo una tenda di plastica 2×2, così se rimaniamo all’addiaccio abbiamo un posto in cui trovare un riparo.
Geniale. Ci deve essere qualcosa nel cibo alla buvette, altrimenti non si spiega.
C’era stata la clausola di salvaguardia di Tremonti sulle detrazioni fiscali e ora abbiamo sul groppone l’aumento dell’IVA, ma la più bella è quella inventata oggi, sulla legge elettorale. Si troveranno delle piccole modifiche sul porcellum, in modo che se non si mette insieme una nuova legge elettorale ce ne sia una pronta all’uso, diversa dall’attuale.
Le due modifiche proposte sono la soglia per il premio di maggioranza, che scatta solo al 40% e le preferenze.
Sulla legge elettorale se ne sono sentite di tutti i colori, da quando Calderoli inventò la vigente, con lo scopo preciso di limitare la vittoria certa di Prodi nel 2006, ma questa è una delle più belle.
Per anni, come opinione pubblica, ci siamo riempiti la bocca delle nostre decisioni.
Non si poteva ragionare (a torto o a ragione) di nucleare in Italia, perché un referendum lo ha abolito. Un altro referendum ha preservato l’acqua pubblica, altra battaglia vinta.
Bene, all’inizio degli anni 90, sempre per referendum, abbiamo abolito le preferenze.
Qualcuno si ricorda una roba che si chiama clientela? Lo scopo del gioco era quello.
Oggi, complice le liste bloccate, rivogliamo le preferenze, proprio quelle e non ci interessa di aver votato in un altro modo, una linea ondivaga, degna di chi votiamo e che semplifica la realtà a un livello (scusate il gioco di parole) irreale.
Per scegliere i nostri rappresentanti non esistono solo le preferenze.
Il Mattarellum, per esempio, con tutti i suoi difetti, permetteva di guardare in faccia chi votavi, di scegliere il candidato, non il leader di partito.
Mi chiedo, con una legge così, cosa sarebbe successo al M5S, figlio del Porcellum quanto B lo era del maggioritario che ora rinnega.
La seconda battaglia che abbiamo deciso di intraprendere da bravi masochisti, è quella sulla rappresentanza.
Si dice che con una legge elettorale senza limite alla soglia di sbarramento, chi arriva primo anche solo di un voto ha poi la maggioranza per fare un governo, senza tenere conto delle reali proporzioni.
Mi spiego.
Se la coalizione A prende il 38%, la B il 37.99%, la coalizione A ha comunque i seggi che le garantiscono la maggioranza (di solito il 55%).
Un dettaglio che deforma i numeri reali ma consente a noi tapini di avere un governo e non un’ammucchiata. D’altra parte funziona così in molte gare, se vinci anche di un’incollatura arrivi primo, non quasi primo. Si preserva il risultato, non la differenza.
Se metti un limite per far scattare il premio di maggioranza è facile che il governo non arrivi.
Prendiamo il nostro caso.
Oggi il centrodestra è vicino al 37%, il centrosinistra sta dalle parti del 31%, M5S verso il 23%, Monti intorno al 10%.
Risultato: nessuno vince e nuova ammucchiata. Oppure, in stile Prodi 2006, mega coalizione prima del voto e nessun governo che sia in grado di governare dopo il voto.
Però, certo, noi cittadini siamo felici perchè i rapporti fra i partiti sono rispettati. Salvo incazzarci come spie il giorno dopo, quando ci becchiamo governi come quello attuale.
Col Mattarellum, numeri alla mano, non andrebbe meglio. E non andrebbe meglio perché il problema è a monte, ci sono tre coalizioni che prendono molti voti, la legge elettorale è un modello matematico, di fronte a una realtà precisa il risultato è definibile in partenza.
Per questo l’unico sistema elettorale che garantisce noi poveri mortali indifesi e indecisi è un doppio turno con ballottaggio, quello dei sindaci per semplificare.
Mentre la clausola di salvaguardia che si sta ideando sancisce un bellissimo ritorno al futuro, quella soglia e le preferenze ripresentano di fatto la legge elettorale degli anni Ottanta.
Per la felicità dell’opinione pubblica e del cittadino.
Saremo tutti contenti, potremo avere di nuovo la possibilità di scrivere quello che vogliamo sulla scheda e continueremo a lamentarci che nessuno governa e nessuno vince.
D’altra parte se è andata com’è andata, fino a oggi, mica possiamo far finta che non sia anche colpa nostra.