Emile arriva a Auschwitz nel 1942.
Ha poco più di vent’anni, con lui ci sono la fidanzata e il fratello minore.
In Francia, da qualche parte, può sperare che i suoi genitori siano vivi.
Emile entra nel Sonderkommando di Auschwitz e diventa un impiegato della morte, uno degli anelli della catena che stermina vite umane a migliaia ogni giorno.

Alberto, oggi, è un soldato dei corpi speciali, un uomo in fuga dalla guerra, dagli effetti collaterali, dall’ipocrisia.
Qualcuno gli offre un lavoro.
E’ molto ricco, molto riservato, molto anziano, molto malato.
Un lavoro strano, forse non casuale.

A legare le due storie, a così tanti anni di distanza, un quaderno azzurro che Alberto legge ogni sera, prima di dormire.
Il racconto di una vita che gli è stata consegnata.

Perchè nulla si perda. Perchè non accada di nuovo.

Sono nato il 25 luglio del 1921, mi chiamo Emile Riemann e sono ebreo.