Paolo Borsellino muore il 19 luglio 1992, 57 giorni dopo Giovanni Falcone, ucciso come lui da un’esplosione devastante.

Sono gli anni della trattativa fra Stato e mafia, di Tangentopoli, della strage dei Georgofili, di via Palestro, delle bombe nelle chiese di Roma. Gli anni della fine di un ciclo politico, gli anni in cui si consuma uno dei più terrificanti segreti della nostra Repubblica.

Oggi, a distanza di molto tempo, sappiamo dei depistaggi, dei falsi pentiti, del coinvolgimento di apparati dello Stato, di sguardi distolti al momento opportuno, di interessi alti, mescolati alle bombe di Cosa Nostra.

Per raccontare una storia che non si può raccontare, è nato questo libro.

La storia di una famiglia di giornalisti distrutta dall’ossessione per la verità, dal disperato bisogno di scoprire il passato e il presente. Una storia che inizia con un incidente stradale che forse non è un incidente e un uomo ucciso in un’aula di tribunale, sussurrando un nome, prima che sia troppo tardi.

Un romanzo, solo una storia.
E se fosse tutto vero?

Questo è il paese delle storie dimenticate.Le hanno dimenticate quelli che le conoscono e non le raccontano. Chi le ha vissute e finge di ignorarle. Chi potrebbe scoprirle e ha troppa paura. Chi non si interessa e finge che per un tacito e assurdo rapporto, il mondo decida di non interessarsi a lui.