Visto che siamo diventati tutti esperti di Europa, fra BCE, Eurobond, vertice Sarkozy Merkel e lettere nascoste che nessuno ha voglia rivelare, vale la pena ricordare dove l’unione europea farebbe bene a mettere becco.
Su Repubblica R2 di oggi (lo linkerei se ci fosse online) c’è l’ennesimo pezzo di Andrea Tarquini dall’Ungheria. Prove tecniche di un regime, si potrebbe dire, se non fosse che la prova tecnica sembra un passaggio superato dal governo del primo ministro Orban. Un’elezione democratica, sia detto. Il pezzo di oggi va oltre il racconto, fatto in precedenza, sulla legge che consente a Orban di controllare la stampa e i mezzi di comunicazione.
Disegna di fatto lo scenario di uno stato parafascista – Agnes Heller, in un’intervista, lo definisce bonapartista – che discrimina il diverso con “un razzismo da banalità del male”, controlla ogni informazione, relega ai margini i diversi e gli sconfitti, suona la grancassa in nome di nazionalismo, famiglia, religione.
Se avete voglia di perdere un po’ di tempo, cercatevi su Jobbik, il “partito per un Ungheria migliore”. Basta un ricerchino su Google. Allo stesso modo date un’occhiata ai pezzi precedenti di Tarquini. Giusto per la precisione, c’è un gruppo su Facebook contro gli articoli di Tarquini. Anche per quello basta Google.
Di seguito, alcuni estratti dall’intervista a Agnes Heller.
Agnes Heller:
In Ungheria non abbiamo mai avuto veri partiti. Fummo una democrazia solo tra la fine della guerra e il ’49 della svolta staliniana. Gli ultimi vent’anni di Kadar furono comunismo senza comunisti, poi venne una democrazia senza democratici, oggi abbiamo un governo di destra senza conservatori. (…)
Orban (interferisce) nella vita degli atenei, nei teatri, all’Opera, nei media, ovunque. Fascismo e bolscevismo sono termini abusati, sebbene, ricordiamolo, siano nati entrambi in Europa, non altrove. Il governo Orban non è fascista , è un regime bonapartista: la concentrazione di tutto il potere in mano a loro, senza checks and bilance. Orban crede nell’oligarchia, se ne sente parte, crede in se stesso e di conoscere il Giusto e ciò che è giusto per l’Ungheria. L’état c’est moi, la societé c’est moi. Il sistema fiscale privilegia i super ricchi. Non abbiamo il capitalismo della libera concorrenza, ma gli oligarchi. (…)
(L’Unione Europea si è espressa) contro la nuova Costituzione. Orban disse: “non ci capiscono”. Sanzioni rischiano di far male solo alla gente, non al governo che potrebbe approfittarne dicendo “ecco la cospirazione liberal internazionale contro la nazione ungherese”. L’Europa potrebbe aiutare stazioni, radio, tv, tutti i media liberal ungheresi. Allora forse arriverà lo sperato Lohengrin e non la catastrofe. (…)
In Ungheria l’antisemitismo è molto forte, ed è pubblico. Esprimere opinioni antisemite è legale, anche in Parlamento. (…) Dicono di me”Agnes Heller e la sua banda si considerano membri del Popolo Eletto e per questo attaccano noi ungheresi”. Parlano come lo Stuermer, il giornale di Hitler.